Il Consorzio propone un’intesa tra pubblico e privato a favore della Franciacorta
Un patto sottoscritto da più soggetti, pubblici e privati, che possa migliorare il territorio della Franciacorta, sia dal punto di vista dello sviluppo economico sostenibile sia da quello sociale. ÈquestalapropostachearrivadalConsorzioCascinaClarabellaedalCentrostudiAlessandro Zabbialini, proposta presentata ieri al monastero di San Pietro in Lamosa, davanti ad una platea in cui erano presenti rappresentanti di istituzioni, Comuni e Comunità montane e anche di aziende perché, ha spiegato Claudio Vavassori, presidente del Consorzio Clarabella, «tutto diventa possibile se fatto insieme». Per farlo occorre cercare partner e cercare di mettere in connessione tutte quelle «oasi» che si trovano in Franciacorta. «Abbiamo tante idee e proposte, che mettiamo sul tavolo in questa occasione per rendere questo territorio più attrattivo, per creare opportunità e per metterle in circolo. Vogliamo, per esempio, far partire un bio distretto, sociale ed economico, che riunisca quelle aziende che già opera nel biologico e permetta quell’inclusione sociale delle persone fragili che interessa a noi» ha continuato Vavassori. «Infatti – ha aggiunto – Consorzio Clarabella si occupa già di agricoltura. Abbiamo centotrenta posti di lavoro veri e retribuiti; ne abbiamo “altri” che servono a far sentire utili le persone svantaggiate e che sono altrettanto importanti». Altre idee espresse nel corso dell’incontro sono quelle legate alla valorizzazione dei processi produttivi, al riuso ed al riciclo e la creazione di un campus dove possano incontrarsi giovani e studiosi italiani e di altre nazionalità. Il ruolo del Centro Studi Alessandro Zabbialini consiste non solo nell’organizzare eventi come la Summer School in corso all’Iseo lago Hotel, ma anche quello di mappa delle aziende interessate alle proposte del Consorzio Clarabella. «Per noi – ha osservato Carlo Fenaroli, vicepresidente del Consorzio Clarabella – è vitale e cruciale creare alleanze fra tutte le organizzazioni profit e non profit e le istituzioni presenti nel territorio, perché le alleanze sono capaci di generare una possibilità maggiore di inclusione. Ci consideriamo un osservatorio del territorio proprio in virtù del fatto che da tempo ormai siamo a contatto con questo, ma anche con il disagio e le fragilità presenti ». Il patto, che rientra nell’ottica di creare «un’economia a servizio del Bene Comune» (questo il titolo dato all’incontro di ieri a Provaglio d’Iseo), è stato presentato a molti imprenditori che si sono detti interessati a continuare il discorso ed a ragionare sulle sue possibili concrete applicazioni, perché da esso può davvero passare la crescita sostenibile del territorio. //
Articolo scritto da Veronica Massussi e pubblicato dal Giornale di Brescia in data 08/09/2018