BIG BENCH LA PANCHINA DELL’ ACCOGLIENZA A VILLA CANTÙ

Inaugurazione Sabato 26 Ottobre a Villa Cantù – Rovato

Un’enorme panchina blu sarà collocata nel parco di Villa Cantù, a Rovato, alle pendici del Monte Orfano. L’installazione è frutto della collaborazione di diversi enti e associazioni sul territorio della Franciacorta, che hanno lavorato alla realizzazione del progetto seguendo le indicazioni artistiche/architettoniche dell’iniziativa no profit “Big Bench Community Project”, che prevede l’installazione di panchine “fuori scala” in prossimità di luoghi panoramici e suggestivi.

La “Panchina dell’Accoglienza” sorge nel contesto paesaggistico e socio-culturale di Villa Cantù, una residenza di proprietà del Comune di Rovato che in passato ha ospitato lo storico, politico e letterato Cesare Cantù. Oggi la Villa, ristrutturata nel 2008 grazie a dei fondi regionali, è data in gestione al Consorzio Cascina Clarabella, che ne ha fatto un caposaldo della psichiatria di comunità: qui convergono i progetti di residenzialità leggera, di inclusione sociale e di inserimento lavorativo costruiti e portati avanti dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Franciacorta. Al momento la struttura comprende quattro appartamenti abitati da persone in situazioni di fragilità psichica e altri due appartamenti riservati all’housing sociale. Villa Cantù rappresenta anche un modello di sviluppo locale sostenibile: l’edificio è contornato da un parco pubblico di circa cinque ettari di superficie, costituito in parte da bosco ceduo e in parte da uliveti e da vigneti; qui i lavoratori della cooperativa agricola Clarabella coltivano l’uva da cui viene poi ricavato un Curtefranca bianco biologico.

All’interno del parco, inoltre, trova spazio un percorso botanico-culturale ideato e curato dal liceo Einaudi di Chiari, che ha recensito le specie vegetali presenti e le ha contraddistinte digitalmente tramite codici QR, così da rendere disponibili le descrizioni accurate delle piante che si osservano nel percorso. Il parco è di rilevanza ambientale anche grazie alla presenza di piante provenienti dall’Oriente, portate nel territorio dal commerciante bresciano Pompeo Mazzocchi durante il XIX secolo. Il percorso botanico si snoda fra alberi secolari ed è intitolato a Dante “Fausto” Steffanoni ecologista convinto che trovava nel Manifesto del Contadino Impazzito le parole per affermare l’importanza dell’investimento sulla terra, le persone e il futuro: “Investi nel millennio… pianta sequoie” .

Villa Cantù, dunque, è uno spazio che integra realtà differenziate, un luogo che promuove la residenzialità, ovvero il processo di trasformazione di uno spazio fisico asettico in un luogo investito affettivamente, un posto da abitare. Casa Cantù è un luogo per vivere, ma anche un luogo da vivere: uno spazio aperto alla contaminazione, che sensibilizza al tema del disagio mentale e che incoraggia la lotta contro lo stigma: una realtà variegata che crea un senso di cittadinanza. Queste sono le premesse che guidano la scelta di realizzare una panchina gigante, simbolo dell’accoglienza, della sosta, del ristoro, in un luogo culturalmente e socialmente vivo, in cui ogni realtà può sentirsi a proprio agio per sedersi, per indugiare un poco, per soffermarsi e magari per dimorare.

La realizzazione pratica della panchina è avvenuta a cura dei soci di diverse associazioni, che hanno lavorato di concerto alla progettazione e alla costruzione dell’opera: il sig. Stefano Brescianini è il referente tecnico per la realizzazione del progetto e ha impegnato la sua professionalità di artigiano falegname in forma di volontariato; il fabbro sig. Ramera ha realizzato il telaio in ferro della struttura; la costruzione delle assi in legno è avvenuta grazie alla collaborazione di un gruppo di utenti dei CPS di Iseo e Rovato, che hanno lavorato presso i laboratori di falegnameria messi a disposizione dalla Scuola d’Arti e Mestieri “Ricchino” di Rovato. La panchina, infine, è stata tinteggiata di blu, omaggio a “Marco Cavallo”, la scultura di legno e cartapesta blu che nel 1973 venne lanciata contro un muro del manicomio di Trieste, allora diretto da Franco Basaglia, simboleggiando così l’abbattimento del confine tra il “dentro” e il “fuori” del manicomio e sancendo la fine della reclusione dei pazienti psichiatrici nell’istituzione totale.

La panchina gigante di Villa Cantù è raggiungibile a piedi dopo una breve camminata nel parco, una volta lasciata l’auto nel parcheggio ai piedi della villa. Dalla panchina si gode di una splendida vista panoramica della città di Rovato e della provincia di Brescia. L’opera è aperta al pubblico ed è fruibile da tutti: la finalità del progetto, infatti, è quella di valorizzare il contesto in cui è immersa e di offrire alla cittadinanza, ai viaggiatori e ai turisti un luogo particolarmente piacevole in cui rilassarsi e godere delle bellezze presenti nel nostro territorio.

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