Villa Cantù di Rovato – housing e cultura
“… Cesare Cantù soleva passare la buona stagione in una casina isolata sul Montorfano presso Rovato (Brescia). Quando egli la comperò, la Villa Cantù era circondata da una landa sterile: seguendo le più recenti norme della scienza, coltivando razionalmente il terreno, Cantù seppe in breve tempo dargli un aspetto fiorentissimo, riducendo quasi interamente i dintorni a bellissimi vigneti. Egli stesso, lasciando i libri e gli studi, si faceva campagnuolo e vignaiuolo ed assisteva con una bonarietà tutta propria ai lavori dei contadini. Non v’era per lui maggior piacere che di accompagnare gli amici, che si recavano a visitarlo, tra i vigneti e di mostrar loro i frutti del raccolto. Si intratteneva volentieri e famigliarmente coi contadini, parlando e discutendo di cose campestri; essi gli portavano viva affezione e gli mostravano spesso i loro sentimenti con festose manifestazioni, delle quali egli rimaneva oltremodo commosso…”
Il recupero architettonico ed il progetto socio-culturale dell’immobile denominato Villa Cantù a Rovato nasce nell’ambito del più ampio progetto “Psichiatria di comunità – un modello innovativo per l’inclusione sociale” finanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito dei progetti emblematici.
Tale progetto ha visto il coinvolgimento di 4 cooperative sociali (Diogene, Dispari, Pinocchio Group e Pinocchio) ed una società consortile (Vallesabbia Solidale):
Obiettivo è la sperimentazione e la messa a punto di un modello per l’inclusione sociale di persone con problemi psichici attraverso lo sviluppo di percorsi che ne favoriscano l’autonomia abitativa, l’inserimento lavorativo e la qualificazione delle relazioni sociali.
L’area della Villa Cantù è situata alle pendici del Monte Orfano sul versante sud-est che domina l’abitato del paese di Rovato. Confina ad ovest con il Convento dell’Annunciata dei Frati Servi di Maria ed a sud con la chiesa di Santo Stefano. E’ costituita in parte da terreni leggermente declivi, terrazzamenti e da bosco ceduo. Prima del nostro intervento tutta l’area era in stato di abbandono totale con lo sviluppo di rovi e piante infestanti sui pochi muri residui dell’originaria costruzione.
Ad aprile 2007 è stata sottoscritta con il Comune di Rovato una convenzione per il comodato d’uso gratuito di 50 anni dell’immobile da destinare alla realizzazione di 7 appartamenti per housing sociale per un totale di 14 posti letto.
Il terreno vitato sottostante Villa Cantù è stato affidato alla Cooperativa sociale agricola Clarabella che vi produce un Curtefranca bianco biologico dedicato allo storico, politico e letterato Cesare Cantù (1804 – 1895). In tale attività vengono impiegate persone con disagio psichico in percorso di inserimento lavorativo.
Il recupero di Villa Cantù ha diversi importanti obiettivi:
- contribuire al recupero e alla riqualificazione del Monte Orfano;
- valorizzare la storia e le tradizioni locali attraverso un Centro Didattico Ambientale;
- realizzare percorsi di autonomia e di reinserimento sociale per persone con disabilità;
- creare opportunità di lavoro per persone con disagio psichico;
- creare un percorso di conoscenza ed esperienza in materia di cultura della gestione del territorio rurale e delle sue risorse, attraverso uno sviluppo ecosostenibile.
All’interno di Villa Cantù si trovano:
- parco pubblico attrezzato con area giochi e area cani;
- un percorso botanico realizzato con il supporto di Fondazione Cogeme, ideato e curato dal liceo Einaudi di Chiari, che ha recensito le specie vegetali presenti così da rendere disponibili tramite codici QR le descrizioni accurate delle piante che si osservano nel percorso. Il parco è di rilevanza ambientale con piante provenienti dall’Oriente. Il percorso botanico si snoda fra alberi secolari ed è intitolato a Dante “Fausto” Steffanoni.
- spazi per feste con cucina attrezzata e animazione su richiesta;
- laboratori didattici per scuole e famiglie.
- la Panchina dell’ Accoglienza: installazione artistica realizzata nell’ambito della dell’iniziativa no profit “Big Bench Community Project”, che prevede l’installazione di panchine “fuori scala” in prossimità di luoghi panoramici e suggestivi. La realizzazione della panchina è avvenuta a cura dei soci di diverse associazioni e di volontari come il sig. Stefano Brescianini referente tecnico; il fabbro sig. Ramera che ha realizzato il telaio in ferro della struttura; un gruppo di utenti dei CPS di Iseo e Rovato, che hanno lavorato presso i laboratori di falegnameria della Scuola d’Arti e Mestieri “Ricchino” di Rovato. La panchina è stata tinteggiata di blu, omaggio a “Marco Cavallo”, la scultura di legno e cartapesta blu che simboleggiando l’abbattimento del confine tra il “dentro” e il “fuori” delle strutture manicomiali. Promotori dell’iniziativa l’ASST Franciacorta Dipartimento di Salute Mentale, Consorzio Cascina Clarabella, L’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Rovato, l’Associazione La Manica e l’Associazione Nessuno è Perfetto con il sostegno delle aziende Filmar e Emmeci Spa.