Gli studenti dell’Einaudi e del Don Milani hanno elaborato dei progetti per valorizzare gli spazi
Un parco sicuro è un parco vivo. Per renderlo tale, meglio affidarsi a chi dovrebbe essere il suo primo frequentatore: bambini, ragazzi e giovani. È questo lo spirito che ha mosso Comune di Rovato, Consorzio Cascina Clarabella, Dipartimento di salute Asst Franciacorta e Fondazione Cogeme onlus, coinvolgendo i giovani del territorio per mappare e ripensare Villa Cantù di Rovato, uno dei più grandi parchi urbani dell’Ovest Bresciano, anche se oggi ancora poco conosciuto agli stessi rovatesi. La giornata. I tre enti organizzano, domani mattina, una giornata di lavori e scambio d’esperienze su «Valorizzazione del parco di Villa Cantù: studenti protagonisti» (inizio alle 9.30 nel Salone del pianoforte in Comune). Durante l’incontro – che prevede poi una visita, con aperitivo, al parco – verranno presentati i progetti dagli studenti dell’Iis «Einaudi» di Chiari e dell’Ic «Don Milani» di Rovato. Le scuole sono state coinvolte in percorsi formativi finalizzati alla conoscenza del patrimonio agro-ambientale e al potenziale utilizzo del parco come una sorta di «laboratorio all’aperto» in cui sperimentare attività pratiche nel campo delle scienze naturali, dell’ecologia, della coltivazione e trasformazione delle materie prime. Sostenibilità. Partendo da biodiversità e sostenibilità, gli alunni dell’Einaudi e del Don Milani «hanno saputo – spiega il sindaco, Tiziano Belotti – rispondere con iniziative, progetti e piani didattici alla valorizzazione del sito, alla salvaguardia del territorio e alla promozione di atteggiamenti sostenibili». Il tutto partendo dalla specificità di Villa Cantù, un’area da circa 40mila metri quadrati ai piedi del Monte Orfano, affacciata sul santuario della Madonna di Santo Stefano. Dentro il parco, inaugurato nel novembre 2015, c’è l’antica dimora dello storico, politico e letterato Cesare Cantù (1804 – 1895), utilizzata in convenzione finoal2057dal Consorzio «Cascina Clarabella». Viti e vino. Lo stabile è diventato così il «Villaggio di accoglienza», struttura di residenzialità leggera, housing sociale e inserimento lavorativo per 14 persone con disagio mentale. Il terreno vitato sottostante è stato affidato alla cooperativa sociale agricola Clarabella che produce un Curtefranca bianco biologico dedicato proprio a Cesare Cantù. Un’attività, quella del vino, che vede impiegate persone con disagio psichico in percorso di inserimento lavorativo. All’interno di Villa Cantù si trova inoltre il parco pubblico attrezzato con area giochi, area cani e spazi per feste con cucina attrezzata. Spazi che i giovani studenti del territorio hanno scandagliato a fondo, in questi mesi. Cercando di trovare, nelle tracce del passato, le speranze di un maggior uso futuro. // Durante l’incontro – che prevede poi una visita, con aperitivo, al parco – verranno presentati i progetti dagli studenti dell’Iis «Einaudi» di Chiari e dell’Ic «Don Milani» di Rovato. Le scuole sono state coinvolte in percorsi formativi finalizzati alla conoscenza del patrimonio agro-ambientale e al potenziale utilizzo del parco come una sorta di «laboratorio all’aperto» in cui sperimentare attività pratiche nel campo delle scienze naturali, dell’ecologia, della coltivazione e trasformazione delle materie prime. Sostenibilità. Partendo da biodiversità e sostenibilità, gli alunni dell’Einaudi e del Don Milani «hanno saputo – spiega il sindaco, Tiziano Belotti – rispondere con iniziative, progetti e piani didattici alla valorizzazione del sito, alla salvaguardia del territorio e alla promozione di atteggiamenti sostenibili». Il tutto partendo dalla specificità di Villa Cantù, un’area da circa 40 mila metri quadrati ai piedi del Monte Orfano, affacciata sul santuario della Madonna di Santo Stefano. Dentro il parco, inaugurato nel novembre 2015, c’è l’antica dimora dello storico, politico e letterato Cesare Cantù (1804 – 1895), utilizzata in convenzione fino al 2057 dal Consorzio «Cascina Clarabella». Viti e vino. Lo stabile è diventato così il «Villaggio di accoglienza », struttura di residenzialità leggera, housing sociale e inserimento lavorativo per 14 persone con disagio mentale. Il terreno vitato sottostante è stato affidato alla cooperativa sociale agricola Clarabella che produce un Curtefranca bianco biologico dedicato proprio a Cesare Cantù. Un’attività, quella del vino, che vede impiegate persone con disagio psichico in percorso di inserimento lavorativo. All’interno di Villa Cantù si trova inoltre il parco pubblico attrezzato con area giochi, area cani e spazi per feste con cucina attrezzata. Spazi che i giovani studenti del territorio hanno scandagliato a fondo, in questi mesi. Cercando di trovare, nelle tracce del passato, le speranze di un maggior uso futuro. . //
Articolo di DAVIDE PIACENTINI pubblicato il 25/05/2018 su “Giornale di Brescia”